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Il buon senso chiederebbe un
governo all’altezza dei problemi del Paese Superata
la fiducia delle Camere, il presidente del Consiglio è atteso al primo
vertice di Bruxelles. Gentiloni da ministro degli Esteri è stato apprezzato
per una maggiore disponibilità nei confronti dei suoi partner di quanta ne
avesse mostrata il suo predecessore, intento a togliere, o rimettere la
bandiera europea nel suo studio a secondo dell’umore. I problemi poi sono gli
stessi ed anche se con maggior tatto, Gentiloni dovrà evitare che sul tema
migranti resista un accordo per cui ciascun paese membro si tenga quelli che
sono arrivati nei suoi confini. L’unica arma che l’Italia possiede, per
evitare una tale irragionevolezza è quella minacciata da Renzi, ovvero di non
votare il bilancio comunitario. Gentiloni avrà però dalla sua una generale
sensazione di sollievo. L’insieme delle capitali europee è ben contenta di
vedere un volto noto ed amico al posto di trovarsi allo spettro di una crisi
irrisolta nel nostro Paese, fomentata da movimenti nazionalisti o populisti
che siano. Questo potrebbe fare guadagnare al nuovo governo Italiano un
rapporto costruttivo con la Commissione europea che ha espresso più di una
riserva nei confronti della nostra legge di bilancio. Tempo prezioso, se il
governo non riterrà sufficiente averla scampata bella un’altra volta e si
metterà al lavoro per correggere le lacune fin troppo evidenti dei nostri
conti. Anche per questo il ministro del Lavoro Poletti, farebbe meglio a
preoccuparsi delle possibilità di crescita dell’Italia invece di dipingere
nuovi scenari referendari, ancora remoti per la verità. I problemi
internazionali per il momento sono molto più concreti, a cominciare
dall’evoluzione della situazione libica tutt’altro che tranquillizzante.
L’Italia ha svolto un ruolo importante nel tentativo di stabilizzazione nella
Regione e ancora dovrà continuare a farlo e con un nuovo punto di riferimento
oltre oceano, quale quello rappresentato dalla presidenza Trump. Gentiloni ha
dalla sua di non essere stato in prima persona investito dall’endorsement di
Obama, il che potrebbe agevolare il prossimo confronto con il nuovo governo
statunitense già al G7 di Taormina, il prossimo maggio. Se si vuole il
rilancio dell’ Italia, il governo dovrà essere all’altezza, con atti concreti
e positivi di far fronte a tutti questi problemi. A quel punto vogliamo
vedere se le forze di maggioranza riterranno di poter interrompere la
legislatura. Roma, 15
dicembre 2016 |
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